lunedì 21 ottobre 2013

Trinity college (Dublino). La sfida è dare un senso ai dati genetici
Alla ricerca dei geni responsabili delle malattie
21.10 - L'era informatica che stiamo vivendo ha fornito gli strumenti affinché la biologia possa produrre un numero enorme di sequenze di DNA di molte specie diverse. La tecnologia in questi ultimi anni ha reso il sequenziamento del DNA più semplice, meno costoso e più affidabile, con enormi benefici per la diagnosi e la cura delle malattie. In passato la difficoltà stava nel raccogliere dati genetici, oggi la sfida è dare loro un senso.
«Stiamo assumendo un approccio evolutivo per dare un senso alle sequenze di DNA, ciò significa che esaminiamo il modo in cui i geni si sono evoluti, per capire meglio come funzionano», spiega al Cordis, Aoife McLysaght del Trinity College di Dublino, in Irlanda, che per il progetto ha ricevuto una sovvenzione Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (CER) del valore di circa 1,4 milioni di euro. Con il suo progetto DOSE (“Dosage sensitive genes in evolution and disease”), McLysaght sta studiando le differenze tra le dosi dei geni, ovvero, possedere una quantità minore o maggiore del gene, e le conseguenze che questo comporta per la salute. Riprende: «Le variazioni delle quantità di un gene tra individui - variazioni di dose - sono una scoperta relativamente recente e a volte sono implicate nella malattia». 

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