lunedì 29 ottobre 2012

Voto in Sicilia. Berlusconi abbandonato al suo destino
29.10 - La maschera che il Cavaliere ostenta ogni giorno è sempre più vecchia, sintetica e posticcia. Difficile immaginare che sia in grado di "rappresentare" un qualsiasi nuovo soggetto politico, composto da persone giovani. Il colpo di grazia al Cavaliere è arrivato dall'esito delle elezioni siciliane che ha sancito il tonfo del Pdl. Adesso i suoi stessi amici iniziano a relegarlo nel dimenticatoio. Troppo ingombrante, troppo vecchio di testa per dare vita con lui a nuovi soggetti politici in grado di interpretare le esigenza di una società sempre più smarrita.
E con lui è finita la seconda repubblica che ha incarnato nel ruolo di uomo-solo-al-comando per quasi vent'anni. Ora è davvero solo. Le sue invettive in tv appaiono come patetiche voci nel deserto. Il potere politico ha iniziato a perderlo il giorno in cui è stato deriso dalla Merkel e Sarkozy. La sconfitta del Pdl, la sua creatura, alle elezioni siciliane, ha accelerato lo sgretolamento del suo potere personale. E presto toccherà alle sue aziende che hanno vissuto per vent'anni dietro la posizione dominante del padrone-solo-al-comando, del suo partito padronale e del suo potere mediatico.
Dopo tanti anni dalla caduta del muro di Berlino adesso, in Italia, è caduto il muro di Arcore dietro al quale Mediaset ha prosperato sotto l'ombrello di un socialismo reale all'amatriciana. Finalmente anche le aziende del biscione inizieranno ad affrontare il mercato, quello vero, non quello di plastica, finto. E saranno dolori. Ci vanno venire in mente le aziende di Stato dell'Unione sovietica di brezneviana memoria. Perché Berlusconi non è mai stato un imprenditore duro e puro, ma un uomo che ha saputo sfruttare alla grande, per sé e le sue aziende, la debolezza del sistema politico italiano.

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