giovedì 31 ottobre 2013

Australia, l'oro “cresce” sulle foglie degli alberi
Particelle del prezioso metallo sono state scoperte sugli eucalipto



Foglie di eucalipto dove sono state evidenziate
le nervature dorate (foto newscientist.com) 
31.10 - Potrebbe essere clamoroso: l'oro cresce sugli alberi. Nelle foglie di eucalipto sono state scoperte particelle del prezioso metallo che potrebbero essere la spia dell’esistenza di grandi depositi d'oro giacenti sotto le loro radici. La scoperta, pubblicato sulla rivista Nature Communications, è stata fatta da un gruppo di scienziati coordinato da Melvyn Lintern del centro di ricerche australiano sulle Scienze della Terra e la valutazione delle risorse (Csiro). Grazie a una tecnica di immagine a raggi X, sono stati analizzati rami, foglie e cortecce raccolti in alcuni alberi di eucalipto situati in due diversi siti australiani. I ricercatori spiegano che le tracce d'oro sono state rilevate a volte nei terreni che circondano gli alberi di eucalipto ma anche nelle foglie. 
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Avviata la XXIX campagna in Antartide
Riapre la base italiana “Zucchelli”

31.10 - Con l’apertura della base italiana in Antartide, la Stazione Mario Zucchelli (MZS) situata a Baia Terra Nova, nel Mare di Ross, ha preso avvio il 24 ottobre la XXIX campagna antartica estiva 2013-2014, promossa nell’ambito del PNRA (Programma Nazionale di Ricerche in Antartide). Il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) svolge le attività di programmazione e coordinamento scientifico delle attività di ricerca, mentre l'attuazione delle spedizioni, le azioni tecnico-logistiche e la responsabilità dell'organizzazione nelle zone operative sono affidate all’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile). La CSNA (Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide) assicura la valutazione scientifica dei progetti e propone gli obiettivi strategici del PNRA al MIUR (Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca) che finanzia la campagna. 
Il bambù riscoperto per trattare le acque “grigie”
31.10 - La qualità dell'acqua è un problema che riguarda tutto il mondo. Oggi più che mai una gestione competente e responsabile delle risorse idriche - e specialmente il trattamento delle acque reflue - è necessaria per ridurre l'impatto delle attività umane sull'ambiente, e per assicurare alle generazioni future risorse idriche sicure e abbondanti. Il progetto BRITER-WATER (“Market replication of bamboo remediation of food industry effluent grey water for re-use”), finanziato dall'UE, si è occupato di sviluppare e dimostrare un innovativo sistema di trattamento dell'acqua utilizzando il bambù. Frédéric Panfili dell'azienda francese Phytorem e manager scientifico del progetto afferma che il sistema ha un aspetto del tutto simile a una piantagione di bambù e per questo si confonde facilmente nel paesaggio circostante. Il sistema è progettato per trattare le “acque grigie”, ossia le acque reflue che non contengono liquami o sostanze chimiche tossiche. L'industria alimentare genera ingenti volumi di acque grigie - dice al Cordis - nelle quali l'inquinante principale è la materia organica. «Dal punto di vista ambientale, lo scarico di acqua contenente grandi quantità di materia organica nelle acque può portare a un eccessivo consumo di ossigeno, favorendo la proliferazione di micro-organismi anossici, che causano cattivi odori e, in casi estremi, la morte dei pesci». 

mercoledì 30 ottobre 2013

Soluzioni intelligenti per migliorare la gestione tempo e risorse
30.10 - Il tempo è denaro. Sebbene coniato nel 1748, il vecchio detto è sempre “verde” nei circoli economici come nelle più piccole aziende private. L'efficienza in termini di tempo e, in misura crescente, quella delle risorse sono alcune delle tante pressioni che le aziende operanti oggi in Europa si trovano ad affrontare, spesso costringendole a fare di più con risorse limitate. La mancanza di un ordine del giorno, le digressioni e il mancato approfondimento dei risultati sono degli avvenimenti comuni nelle riunioni d'ufficio di oggi, e i relativi risultati sono essenziali per raggiungere scopi e obbiettivi. I diretti interessati stimano che un quarto del tempo passato nelle riunioni sia sprecato. Con il lavoratore medio di un ufficio che passa 16 ore alla settimana in riunioni, è fondamentale che le organizzazioni, in particolare le PMI, abbiano a disposizione strumenti adeguati per sfruttare la conoscenza e le decisioni generate durante le riunioni. Per affrontare questo sfuggente argomento, alcuni ricercatori provenienti da Spagna, Svizzera, Regno Unito e Germania si sono riuniti nell'ambito di un progetto collaborativo denominato “DOCUMEET”. 

martedì 29 ottobre 2013

Il Mar Rosso è un oceano “bambino”

Il mar Rosso dal satellite
29.10 - Presentati i risultati della campagna di rilievi condotta nel Mar Rosso da un team di ricercatori dell’Istituto di scienze marine (Ismar) del Cnr di Bologna al “Geoitalia 2013” IX forum italiano dedicato alle geoscienze, organizzato dalla Federazione nazionale scienze della terra (Fist) e che si è tenuto a Pisa. I ricercatori hanno mostrato come, a causa della progressiva separazione della penisola arabica dall’Africa, si stia contestualmente formando un nuovo bacino oceanico. «Le placche Africa e Arabia si separano alla velocità di circa 15 millimetri l’anno - spiega Marco Ligi dell’Ismar-Cnr - Da un punto di vista geologico il Mar Rosso rappresenta un oceano ancora nella sua infanzia, destinato a diventare il quarto del pianeta». Ligi è tra i ricercatori che hanno preso parte alla spedizione Ismar-Cnr intrapresa nel 2005 a bordo della nave Urania. I rilevamenti scientifici si sono concentrati nel Mar Rosso centrale, nello studio dei bacini Thetis e Nereus. Bacini che presentano un fondale con rocce basaltiche di tipo oceanico, testimonianza del processo in atto di frammentazione del blocco continentale e di progressiva transizione da un rift (una frattura) di tipo continentale a uno oceanico.
Camerino. Nuova forma di collaborazione Università-Industria
Realizzato un nuovo vaccino anticancro a largo spettro
29.10 - Messo a punto un nuovo vaccino genetico (a DNA) per la prevenzione e la cura del cancro. Il lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica Oncotarget (Usa) è frutto di una collaborazione internazionale tra scienziati della società biotecnologica statunitense, CureLab-Oncology. Inc (Boston) l’università di Camerino (Macerata) ed il consorzio Internazionale CureLab. Ogni cellula possiede al suo interno un complessa macchina biochimica, una cosiddetta “macchina delle pulizie” chiamata autofagia (letteralmente significa mangiare se stessi). L’autofagia svolge nelle cellule molte funzioni vitali, tra le quale ad esempio quella di liberarsi di “proteine spazzatura”. Non sorprende quindi che le cellule tumorali siano in grado di sabotare questo sofisticato meccanismo cellulare al fine di proteggersi da trattamenti di chemioterapia e radioterapia normalmente utilizzati in Oncologia. 

lunedì 28 ottobre 2013

La cometa Ison in rapido avvicinamento

La cometa Ison vista dal telescopio orbitale Hubble
il 9 ottobre scorso 
(crdit foto Hubble/Esa)
 28.10 - L’immagine dell’ Hubble Space Telescope della NASA / ESA mostra C/2012 S1, meglio conosciuta come Cometa ISON, come appariva nei nostri cieli il 9 ottobre scorso. In questa immagine, il nucleo solido della cometa appare integro. Se si fosse rotto - una possibilità causata dal Sole che riscalda lentamente la cometa durante il suo avvicinamento - Hubble avrebbe probabilmente visto i frammenti. ISON sarà più brillante nei nostri cieli a fine novembre, subito prima e dopo il passaggio verso il Sole. Probabilmente potrà essere visibile anche a occhio nudo per tutto il mese di dicembre, il periodo in cui è al suo massimo avvicinamento alla Terra. A seconda del suo destino come passa vicino al Sole, potrebbe diventare spettacolare o, al contrario, potrebbe disintegrare completamente. 
“Shapley”, il gigante cosmico formato da 8.000 galassie

Il nucleo del superammasso “Shapley”, la più grande
 struttura cosmica 
dell’universo locale
(credit ESA & Planck Collaboration / Rosat / Digitale Sky Survey)
 28.10 - Durante la scansione del cielo per ricercare la più antica luce del’universo, il satellite Planck dell'ESA ha catturato le istantanee di alcuni dei più grandi oggetti che oggi popolano l'Universo: ammassi di galassie e superammassi. Diverse centinaia di galassie e le enormi quantità di gas che le permeano sono raffigurati in questa visione del nucleo del superammasso “Shapley”, la più grande struttura cosmica nell'Universo locale. Il supercluster è stato scoperto nel 1930 dall'astronomo americano Harlow Shapley, come una notevole concentrazione di galassie nella costellazione del Centauro. Vantando più di 8.000 galassie e con una massa totale di più di dieci milioni di miliardi di volte la massa del Sole, è la struttura più massiccia entro una distanza di circa un miliardo di anni luce dalla Via Lattea. Il gas caldo che pervade ammassi di galassie rifulge ai raggi X, ma è anche visibile a lunghezze d'onda a microonde, che Planck vede come una firma distintiva nella radiazione cosmica di fondo, ossia il bagliore residuo del Big Bang. 
EuroFIR, le ricette d’Europa in cassaforte
28.10 - Volete trovare la ricetta di un piatto tipico greco o di un altro paese europeo, completa delle informazioni nutrizionali? Ora è possibile, grazie al progetto EuroFIR (“European food information resource network”), finanziato dall'UE. Questa iniziativa ha istituito una fonte accreditata di dati sulla composizione degli alimenti per fornire informazioni standardizzate da e per dietologi, ricercatori, studenti, industria e responsabili delle normative.
È stata istituita anche un'organizzazione senza scopo di lucro, EuroFIR AISBL, per continuare a sviluppare il database del progetto e divulgare informazioni sulla composizione degli alimenti a PMI, professionisti del settore sanitario e ricercatori, in seguito alla conclusione di EuroFIR NEXUS, un'azione di coordinamento e di sostegno (CSA), nel 2013. La Rete di eccellenza originale, che coinvolgeva 110 ricercatori e 50 studenti di laurea specialistica di 21 paesi europei, si proponeva di sviluppare e mettere in pratica risorse affidabili e accessibili di informazione sugli alimenti. Questo era considerato un elemento fondamentale per fornire il sostegno e gli strumenti necessari per far progredire la ricerca sull'alimentazione e la salute in Europa. 
Progetto HCV-IMMUNOLOGY
Scoperti biomarcatori che predicono l'eliminazione 
del virus epatite C
28.10 - Il virus dell'epatite C (HCV) con quasi 200 milioni di persone infettate in tutto il mondo, rappresenta uno dei grandi problemi per la sanità pubblica. Nell'ambito del progetto HCV - IMMUNOLOGY (“The paradoxical role of type I interferons in hepatitis C disease pathogenesis and treatment”), finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (CER), gli esperti cercano di spiegare la complessa interazione tra l'HCV e la risposta immunitaria dell'ospite, dalla prospettiva degli interferoni (IFN) di tipo I e dei prodotti genetici indotti dagli IFN. Il progetto mira a sviluppare cure più efficaci. Gli INF sono proteine prodotte e rilasciate dalle cellule ospite in reazione alla presenza di patogeni come virus, batteri, parassiti o cellule tumorali. Permettono la comunicazione tra le cellule e innescano le difese protettive del sistema immunitario. La ricerca di HCV-IMMUNOLOGY è suddivisa in tre filoni. 
Un POWERDRIVER contro emissioni di CO2
Recuperare energia dai gas di scarico
per motori termici più efficienti e “green”

28.10 - Intramontabile l’affermazione di Antoine Lavoisier sulla chimica che dice “nulla si distrugge, nulla si crea, ma tutto si trasforma”. Potrebbe facilmente essere riciclata in uno slogan dell'UE per l'efficienza energetica. Il calore disperso, ad esempio, è una fonte importante di emissioni di CO2 provenienti da case, industrie e trasporti che l'UE tenta di contenere. Ma esiste un modo che funziona per prevenire questa perdita e convertire il calore in energia aggiuntiva? Per dare una risposta affermativa a questa domanda è stato avviato il progetto POWERDRIVER, finanziato dall'UE. Il suo scopo è consentire il recupero su larga scala del calore disperso in Europa. Il progetto affronta in modo specifico il settore dei trasporti, responsabile di un quarto del totale di emissioni di gas serra in Europa. 

Curon Venosta, in “nome del progresso”
il campanile spunta dal lago Resia


Il campanile sommerso sul lago di Resia
28.10 - Situato all'estremità nordoccidentale della provincia di Bolzano, Curon-Venosta, 2.450 abitanti, viene spesso erroneamente chiamato “Resia” (Reschen), a causa della maggiore popolarità della omonima frazione. Nel territorio comunale si trova la stazione meteorologica di San Valentino alla Muta, ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale mentre sul Piz Lat, parte del quale appartiene al comune di Curon Venosta, s'incrociano le linee di confine di Svizzera, Austria ed Italia. Presso il passo di Resia si trovavano tre laghi naturali: il lago di Resia, il lago di Curon detto anche lago di Mezzo (Grauner See o Mittersee) e il lago di San Valentino alla Muta. La costruzione di una grande diga nel 1950 unificò i primi due precedenti laghi e sommerse l'antico abitato di Curon Venosta che fu ricostruito a qualche chilometro di distanza. Furono sommersi 523 ettari di terreno coltivato a frutta e 163 case. Se ne ricavò il bacino dell'attuale lago (a 1.498 m s.l.m., con una superficie di 660 ettari), lungo 6 km e largo 1 km nel punto di massima larghezza. 
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venerdì 25 ottobre 2013

Nel latte materno c'è una molecola anti-Hiv
26.10 - Nel latte materno c’è una proteina che previene l'infezione del virus Hiv responsabile dell'Aids. La scoperta della proteina, chiamata Tenascina-C, è stata fatta da un gruppo di scienziati della Duke University (Usa). La scoperta spiega perché i neonati allattati al seno da mamme sieropositive molto spesso non vengano contagiati. Gli scienziati adesso puntano a prevenire la trasmissione orale dell'Hiv nei neonati e in futuro a sviluppare nuove medicine per la prevenzione.
Capelli coltivati in lab. da staminali
26.10 - Ricercatori del dipartimento di Dermatologia della Columbia University di New York per la prima volta hanno coltivato in laboratorio cellule staminali e poi le hanno trapiantate nel cuoio capelluto trasformandole in fabbriche di capelli in quanto sono in grado di stimolare la crescita dei bulbi piliferi. In prospettiva si fa concreta l'ipotesi di far crescere i capelli nei calvi da cellule staminali. gli esperimenti in laboratorio sono stati eseguiti su topi.
Ginnastica a corpo libero batte le macchine
26.10 - Contrordine compagni. La macchine in palestra possono essere eliminate. Meglio il corpo libero per migliorare la tonicità muscolare. In altri termini la migliore macchina per il fitness è il corpo umano. L'inversione di tendenza arriva dall'Arizona (Usa). I segreti per la forma perfetta senza alcun aiuto sono contenuti in un libro uscito recentemente negli Usa dove si spiega come diventare il migliore personal trainer di se stessi.
L'orologio che misura l’età degli organi
26.10 - Un gruppo di ricercatori dell'Università della California di Los Angeles ha individuato in alcune cellule l'orologio naturale dell'invecchiamento dei tessuti umani. Lo studio sarà la base di studi futuri per migliorare la comprensione dei meccanismi dell' invecchiamento e per l'uso delle staminali. Lo studio pubblicato su Genome Biology .
E' uscito il n. 536 di Heos.it Settimanale pdf 22 pag 



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mercoledì 23 ottobre 2013

Si riscrive l’evoluzione dell’uomo: un’unica specie
23.10 - Un'unica specie umana: la scoperta dei resti di un ominide a Dmanisi, in Georgia, e vissuto 1,8 milioni di anni fa riscrivere la storia dell'evoluzione dell'uomo. La ricerca, che ha conquistato la copertina della rivista Science, è stata condotta dal gruppo coordinato dal paleoantropologo David Lordkipanidze, direttore del Museo Nazionale della Georgia a Tbilisi. I nuovi dati dimostrano che, contrariamente a quanto si pensava finora, i primi rappresentanti del genere Homo (come l'Homo habilis e l'Homo erectus) appartenevano alla medesima specie evolutiva. Questi primi antenati dell'uomo probabilmente avevano solo un aspetto fisico diverso.

La prova è nel teschio fossile più completo mai trovato, appartenuto a un uomo adulto, alto tra 1,50 e 1,60 metri. In esso si combinano caratteristiche diverse mai osservate tutte insieme in un ominide: una piccola scatola cranica, faccia allungata e grandi denti. La mascella è tipica da Homo habilis mentre le spesse arcate sopraccigliari sono caratteristiche di homo erectus. Per questi diversi tratti fisici, il fossile di Dmanisi può essere paragonato a vari fossili di Homo, scoperti in Africa e risalenti a circa 2,4 milioni di anni fa, e altri scoperti in Asia e in Europa, datati nel periodo compreso fra 1,8 e 1,2 milioni di anni fa. 
Cambiamenti climatici, ricerca scientifica e decisioni politiche
CIRCLE-2, frullatore di idee
23.10 - L'adattamento al cambiamento climatico probabilmente è il più importante problema che tutto il mondo dovrà affrontare nel corso di questo secolo. Pertanto, la valutazione dell'impatto del cambiamento climatico e l'adattamento ad esso sono diventati aree strategiche della ricerca scientifica e dello sviluppo delle relative politiche. Già da alcuni anni accordi politici internazionali, impegni e iniziative agiscono come elementi motore per la scienza e la tecnologia, influenzando le attività di ricerca. Allo stesso tempo, si sono sviluppati livelli di collaborazione internazionale senza precedenti tra scienziati e responsabili delle politiche nazionali. Gli esperti scientifici vengono interpellati sempre più spesso per attivare un processo decisionale informato. Ma collegare scienza e politica non è una faccenda semplice. Sotto tutte le latitudini. 
L'UE sollecita “legami più stretti” tra scienza e industria
23.10 - Per rilanciare e sostenere l'innovazione e la competitività in Europa è fondamentale colmare il divario tra istituti di ricerca e aziende private. Ma come far avvicinare tra loro questi due mondi assai diversi tra loro? È stato questo l’argomento spinoso di un acceso dibattito al quinto summit europeo sull'innovazione, svoltosi a Bruxelles di recente. Molti scienziati trovano difficile rapportarsi con le aziende. Il perseguire obbiettivi diversi spesso allontana una delle parti, se non entrambe. Soprattutto in materia di ricerca di base. Commentando la diffidenza tra imprese e scienziati, il capo consulente scientifico UE, Anne Glover, ha detto al Cordis: «Dobbiamo ristabilire la fiducia tra tutte le parti interessate. Molti scienziati pensano che le imprese vogliono semplicemente sfruttarli commercialmente».

Dall’altra parte della barricata ecco che i leader industriali rinfacciano agli scienziati di non comprendono il mondo reale, di essere riluttanti a condividere i propri risultati, di non essere in grado di lavorare con le ridotte tempistiche aziendali. Glover sostiene che se questi atteggiamenti dovessero proseguire, l'Europa si lascerebbe sfuggire i benefici degli investimenti nella ricerca e le aziende europee diventerebbero meno competitive. La diffusa ed errata convinzione che l'economia europea sia dominata da grandi aziende multinazionali è uno dei tanti ostacoli verso il successo che le piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono oltre il 99 % di tutte le aziende europee, devono affrontare. 

martedì 22 ottobre 2013

Selezione “smart cities” Cnr
Premiate Agordo, Rimini e Siracusa

22.10 - Agordo, Riccione e Siracusa sono i tre Comuni “Smart Cities Living Lab”, vincitori della selezione prevista dall’accordo siglato dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) con l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e indetta lo scorso luglio. Saranno i primi a sperimentare le metodologie e le soluzioni sviluppate nell'ambito del Progetto Cnr “Energia da fonti rinnovabili e Ict per la sostenibilità energetica”, trasformandosi in esempi di “città intelligenti”, da estendere in seguito nel maggior numero possibile di realtà territoriali. A proclamare e premiare le tre città, il presidente del Cnr Luigi Nicolais, nel convegno inaugurale di Smart City Exhibition 2013 che si è tenuto a Bologna promosso e organizzato da BolognaFiere e Forum Pa, in collaborazione con Saie.
Ue, si sperimenta rilevatore multi-patogeno
Un “passpork” per analizzare in sei minuti la carne suina
22.10 - Problema: come assicurare che la carne di maiale che finisce sulla nostra tavola sia completamente sicura e che i produttori europei siano in grado di competere sul mercato globale, a prescindere dalle loro dimensioni. Gli standard dell'Unione europea per la sicurezza alimentare sono tra i più severi al mondo, tuttavia i patogeni veicolati dal cibo nella carne fresca e lavorata continuano a rappresentare una seria minaccia per la salute del consumatore. Data la natura globalizzata della catena di approvvigionamento odierna - nella quale i prodotti venduti nell'UE sono importati da tutto il mondo - riuscire a individuare in modo rapido e preciso un patogeno diventa fondamentale per proteggere la salute dei consumatori. È questo l'obiettivo principale del progetto PASSPORK, finanziato dall'UE, un'iniziativa biennale iniziata a settembre 2012. Il suo obiettivo è sviluppare, convalidare e testare un rilevatore multi-patogeno non troppo costoso, durevole e rapido, che possa essere usato da personale non tecnico dell'industria del maiale. 
Gli obiettivi del progetto “CHEESECOAT”
Come migliorare il gusto del formaggio magro
22.10 - Nel tentativo di promuovere la salute pubblica, una recente legge europea obbliga i produttori alimentari a limitare il contenuto di grassi, in particolare nei formaggi e nei prodotti a base di formaggio. I produttori si sono conformati alle richieste e oggi ci sono nei supermercati più varietà di formaggi a basso o ridotto contenuto di grassi rispetto a prima. A molte persone però non piacciono i formaggi light, a causa del loro gusto, la loro consistenza e la loro capacità di fondere. I ricercatori del progetto CHEESECOAT ("Novel processing technology for manufacturing low- fat mozzarella-type cheese with superior performance in ready meals"), finanziato dall'UE, stanno cercando di aiutare i produttori europei di formaggio a produrre formaggi a basso contenuto di grassi che siano più invitanti per i consumatori attenti alla salute. Stanno lavorando per sviluppare un nuovo metodo per produrre mozzarella light con proprietà per quanto riguarda la capacità di fondere, la consistenza e il gusto simili alle varietà grasse. Per migliorare la consistenza e il gusto, i ricercatori del progetto, coordinati dall' Istituto di ricerca tecnica svedese SP, impiegheranno colture di partenza di nuova formulazione. 
“B. Fruity” matura: colore e profumo
con batteri amici “ingegnerizzati”

22.10 - Di solito il colore e il profumo sono i due aspetti che ci aiutano a capire se una mela, una pesca o un altro frutto siano maturi e quindi sia il momento giusto per mangiarli e gustarne in pienezza sapore e fragranza. In base a quando desideriamo consumarli, decidiamo poi anche come conservarli: se metterli in frigo per bloccarne la maturazione oppure tenerli a temperatura ambiente. In prospettiva, però, a controllare la maturazione della frutta potrebbe essere un sistema di batteri ingegnerizzati, amico dell'ambiente e della salute. L'idea è venuta ad alcuni studenti del CIBIO, il Centro per la Biologia integrata dell'Università di Trento, che hanno messo a punto “B. fruity”, un sistema che controlla la maturazione della frutta e può rallentare o accelerare il processo di maturazione nel passaggio dal campo al consumatore.

lunedì 21 ottobre 2013

Arrivano dal DNA i “gel” materiali del futuro
22.10 - Il DNA contiene tutte le informazioni per riprodurre la vita. Una lunga sequenza di quattro diverse basi codifica i geni degli organismi viventi e regola la loro espressione. Oggi lo sviluppo di tecnologie avanzate ha consentito di ordinare direttamente in rete a costi accessibili filamenti assemblati artificialmente. Costruire con il DNA è diventata la parola d'ordine di alcuni gruppi di scienziati che vogliono usare il polimero per applicazioni diverse da quelle strettamente biomediche. Obiettivo? Creare nanomolecole non esistenti in natura da usare come mattoni di materiali innovativi con caratteristiche e potenzialità diverse a seconda dell’uso per il quale sono destinati. I vantaggi sono numerosi. Il DNA è assolutamente biocompatibile; è a zero impatto ambientale; è economico. In un articolo recentemente pubblicato su PNAS un team di ricercatori della Sapienza, coordinati da Francesco Sciortino, e dell’Università di Milano, guidati da Tommaso Bellini, con i finanziamenti del MIUR, ha dimostrato che, non solo è possibile “costruire” nanomolecole con il DNA, ma stabilendo la sequenza delle basi, si può intervenire sulla loro forma e sul modo con cui queste interagiscono tra loro .
Oltre la genetica: con i “grafi” alla scoperta
delle reti biologiche per nuove terapie

22.10 - I nostri geni definiscono noi e tutti gli altri organismi viventi. Contengono informazioni essenziali per costruire e mantenere le cellule dell'organismo e passare tratti genetici alla prole. Tutto: dal colore degli occhi e dei capelli alla predisposizione o la resistenza alla malattia. I geni non sono però l'unica fonte di informazioni biologiche: proteine, reti metaboliche e reti di interazione tra geni e proteine, per citarne solo alcune, contengono potenzialmente moltissime informazioni. Insieme, questi dati potrebbero portare a importanti progressi nella ricerca biomedica e a nuove cure per la malattia. Il progetto BIONET (“Network topology complements genome as a source of biological information”), finanziato dall'UE, usa la “teoria dei grafi”, ossia una branca della matematica, per costruire modelli delle interazioni delle reti biologiche e sviluppare algoritmi avanzati per analizzare questi dati complessi.
Quando il super buco nero fa indigestione di materia
22.10 - Nel cuore di quasi tutte le galassie dell'Universo, inclusa la nostra galassia, la Via Lattea, si trovano buchi neri supermassicci - con masse fino a qualche miliardo di volte la massa del Sole. Nel passato remoto questi bizzarri oggetti erano molto attivi: inghiottivano quantità enormi di materia dall'ambiente circostante, brillavano con luminosità abbagliante, ed espellevano una minuscola parte di questa materia in getti estremamente potenti. Nell'Universo odierno, la maggior parte dei buchi neri supermassicci è molto meno attiva di quanto non lo fosse in gioventù, ma l'interazione tra i getti e l'ambiente circostante continua a influenzare l'evoluzione della galassia ospite. 
L’obiettivo della ricerca “Breath”
Diagnosticare il cancro attraverso il respiro

21.10 - Si avvicina il giorno in cui i medici potrebbero acquisire un nuovo strumento diagnostico potente e veloce per lo screening del cancro su larga scala grazie alla ricerca sulla spettrometria di massa condotta nei laboratori europei. Gli scienziati hanno studiato come la spettrometria di massa, una tecnica per la caratterizzazione del livello molecolare di composti chimici e biochimici, può essere usata per analizzare il fiato umano per rilevare il cancro. Nel corso di recenti studi si è osservato che i cani sono in grado di identificare con grande precisione la presenza di tessuti cancerosi nei pazienti in una fase precoce annusando un campione di fiato. La ricerca Breath (“Characterisation of biomarkers in breath of lung and breast cancer patients”), finanziata dall'UE, ha approfondito questa idea caratterizzando i biomarcatori nel fiato di malati di cancro ai polmoni e al seno. Ci sono diverse ragioni molto convincenti per usare il fiato per l'analisi della salute di un paziente. Il metodo non è invasivo, quindi meno disagi per il paziente, e il procedimento è abbastanza veloce.
Trinity college (Dublino). La sfida è dare un senso ai dati genetici
Alla ricerca dei geni responsabili delle malattie
21.10 - L'era informatica che stiamo vivendo ha fornito gli strumenti affinché la biologia possa produrre un numero enorme di sequenze di DNA di molte specie diverse. La tecnologia in questi ultimi anni ha reso il sequenziamento del DNA più semplice, meno costoso e più affidabile, con enormi benefici per la diagnosi e la cura delle malattie. In passato la difficoltà stava nel raccogliere dati genetici, oggi la sfida è dare loro un senso.
«Stiamo assumendo un approccio evolutivo per dare un senso alle sequenze di DNA, ciò significa che esaminiamo il modo in cui i geni si sono evoluti, per capire meglio come funzionano», spiega al Cordis, Aoife McLysaght del Trinity College di Dublino, in Irlanda, che per il progetto ha ricevuto una sovvenzione Starting Grant del Consiglio europeo della ricerca (CER) del valore di circa 1,4 milioni di euro. Con il suo progetto DOSE (“Dosage sensitive genes in evolution and disease”), McLysaght sta studiando le differenze tra le dosi dei geni, ovvero, possedere una quantità minore o maggiore del gene, e le conseguenze che questo comporta per la salute. Riprende: «Le variazioni delle quantità di un gene tra individui - variazioni di dose - sono una scoperta relativamente recente e a volte sono implicate nella malattia». 
L’eruzione del Samalas (Indonesia) avvenne verso il 1258 e fu più disastrosa
di quelle del Tambora nel 1815 e del Krakatoa nel 1883

Identificato il vulcano che provocò la mini era glaciale 
del medioevo
21.10 - La Piccola Era Glaciale che ha colpito l’Europa nel medioevo per terminare nel XVIII secolo è stata abbondantemente rappresentata in racconti e dipinti raffiguranti i canali congelati in Olanda o il Tamigi a Londra o la laguna veneziana. Tuttavia la data iniziale di questa mini era glaciale è sempre stata incerta. A quel tempo le estati erano fredde, le piogge incessanti e quindi alluvioni e carestie, secondo i documenti medievali. Che un potente vulcano avesse eruttato in qualche parte del mondo nel Medioevo, è scritto nelle carote di ghiaccio polari sotto forma di strati di depositi di solfato e minuscoli frammenti di vetro vulcanico. Questi nuclei suggeriscono che la quantità di zolfo emessa nella stratosfera dal misterioso vulcano sia stata tale da essere considerata come una delle più potenti eruzioni mai avvenute durante l'Olocene, un periodo che si estende a partire da 10.000 anni fa. 
I tempi per le applicazioni commerciali sono stimati in 10-20 anni
I nanodispositivi porteranno il mondo oltre la legge di Moore

21.10 - La legge di Moore - secondo la quale il numero di transistor su un circuito integrato, e quindi la sua potenza di elaborazione, raddoppia ogni 18 mesi - è stata il principio che ha guidato la progettazione di chip per oltre mezzo secolo. Oggi a causa dei limiti fisici di un ulteriore ridimensionamento dei transistor, la legge di Moore potrebbe aver raggiunto il suo limite. Di conseguenza, stiamo entrando in un mondo “oltre Moore”. Da quando il cofondatore di Intel, Gordon E. Moore ha descritto la sua teoria nel 1965, chi progetta circuiti ha contato sull'aumento stabile della densità di transistor per ottenere migliori prestazioni dei chip in pacchetti sempre più piccoli. Adesso però, alcuni dei limiti fisici del ridimensionamento dei transistor - come il surriscaldamento, la dissipazione di energia e la resistenza - fanno sì che i metodi tradizionali di progettazione dei semiconduttori non riescano più a tenere il passo con il progresso delle altre componenti di un computer. 

sabato 19 ottobre 2013

Realizzata la mano robotica con il tatto
19.10 - Messa a punto una mano robotica con il tatto da un gruppo di ricercatori dell'università di Chicago (Usa). I test condotti sulle scimmie hanno dato risultati positivi. La tecnica utilizza la stimolazione elettrica del cervello per ripristinare la sensazione del tatto. Lo studio è stato pubblicato su Pnas.
Dormire nel weekend non basta per recuperare il sonno perso
19.10 - Secondo una ricerca pubblicata sull' American Journal of Physiology-Endocrinology and Metabolism non basta dormire qualche ora in più nel weekend per recuperare il sonno perso durante la settimana. Permangono gli effetti della carenza cronica di sonno che sono perdita di concentrazione, di produttività e di attenzione, anche se si ha la sensazione di essere meno stanchi. 
Scoperta nei topi la centralina che regola l'appetito
19.10 - Scienziati dell'università di Seattle (Usa) hanno identificato nei topi la zona del cervello che funziona come una centralina per accendere o spegnere la fame. Le cellule nervose che si trovano in quest'area, quando funzionano correttamente, fanno diminuire l'appetito dopo i pasti o quando non è opportuno mangiare, come, ad esempio durante una malattia. La scoperta, pubblicata su Nature, probabilmente aiuterà a mettere a punto nuove terapie per curare i disturbi alimentari.
Primi test di un nuovo farmaco contro il colesterolo
19.10 - Regeneron e Sanofi hanno sviluppato un nuovo farmaco contro il colesterolo che nel corso dei test sperimentali ha prodotto risultati confortanti. Le due aziende hanno creato una molecola che sta dimostrando di essere in grado di ridurre fino al 47% i valori del colestolo “cattivo” in sei mesi di trattamento. 

venerdì 18 ottobre 2013

Si è concluso il World Solar Challange 2013
 
“End of timing”, Emilia3 al 10° posto
 su 23 equipaggi da tutto il mondo 


La cerimonia di arrivo in Adelaide

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martedì 15 ottobre 2013

Enea e Marina Militare alla ricerca di coralli
al largo di La Spezia

16.10 - Il Centro Ricerche Ambiente Marino di Santa Teresa dell’enea a La Spezia, l’Istituto Idrografico della Marina Militare e l’Unità Idro-Oceanografica Ammiraglio Magnaghi realizzeranno, entro la prima metà di ottobre, una indagine conoscitiva per definire la localizzazione e l’estensione di formazioni di corallo profondo nell’area di La Spezia. La Direttiva Europea Habitats (H1170 – “Reefs”) annovera i coralli profondi tra gli habitat definiti “vulnerabili”, per cui si rende necessario individuare e mappare la loro presenza. L’attività di collaborazione con l’ENEA si colloca nell’ambito della Campagna Idro-Oceanografica 2013 che impegna la nave Magnaghi, comandata del capitano di Fregata, Santo Vella, da maggio ad ottobre.

Verranno condotte indagini geofisiche per l’individuazione e mappatura dei banchi di coralli in un’area di circa 15 km quadrati al largo di Monterosso (La Spezia), con profondità comprese tra 300 e 700 metri, mediante ecoscandaglio multifascio e sonar a scansione laterale. I Ricercatori ENEA ed il personale specialista della Nave Magnaghi opereranno in sinergia per individuare tali formazioni profonde, impiegando la strumentazione in dotazione alla Unità alla Marina Militare.
Sos gestione pianificata delle foreste contro la CO2
16.10 - Ricercatori dell'Università di Oviedo, in Spagna, hanno costruito modelli matematici che permettono di determinare quanta CO2 può essere assorbito dalle dieci specie di alberi più comuni nelle foreste atlantiche. I modelli creati dai ricercatori potrebbero facilitare una migliore pianificazione e gestione delle foreste in tutto il mondo. La ricerca è il risultato di un lavoro sul campo su larga scala condotto nelle foreste delle Asturie e Galizia. Allo scopo di calcolare quanta CO2 ogni specie di albero assorbe, il team ha osservato le condizioni ambientali in cui si trovano gli alberi, la densità delle foreste esistenti, la rigenerazione avvenuta nell'area e i trattamenti selvicolturali pianificati e applicati.  
Progetto OILECLEAR
Come trattare le acque reflue delle navi

16.10 - Gli scarichi inquinanti delle navi costituiscono un reato secondo la legge dell'UE e gli operatori sono sottoposti a controlli sempre più severi. Anche lo scarico delle acque di sentina - acqua di mare che si raccoglie nelle navi e dev'essere pompata fuori - deve avvenire in conformità con normative severe perché spesso si mescola con olio e sostanze chimiche tossiche. La risposta, secondo il progetto OILECLEAR, finanziato dall'UE e iniziato nel 2012, consiste nello sviluppare un'unità di trattamento dell'acqua di sentina completamente automatico, completo e indipendente per navi e piattaforme, in grado di separare l'olio emulsionato dall'acqua attraverso un nuovo progetto di separatore in tre fasi.  
I dati sono forniti dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr e dalla Doxa
Le calamità naturali più temute dagli italiani
16.10 - La tragedia del Vajont di cui è ricorso il cinquantennale (9 ottobre 1963-2013) è la tragedia ambientale causata dall'uomo più pesante in termini di vittime, ma purtroppo non l'unico, che ha colpito il territorio italiano. Ecco alcuni recenti dati statistici elaborati dall’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche e una indagine sulla percezione dei rischi ambientali realizzata dall'Irpi-Cnr con la Doxa.
Fra il 1960 e il 2012 - periodo per il quale il catalogo storico degli eventi geo-idrologici realizzato da Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche (Irpi-Cnr) e Dipartimento della protezione civile è sostanzialmente completo - tutte le 20 regioni italiane hanno subito eventi fatali. In sintesi: 541 inondazioni in 451 località di 388 Comuni, che hanno causato 1.760 vittime (762 morti, 67 dispersi, 931 feriti), e 812 frane in 747 località di 536 Comuni con 5.368 vittime (3.413 morti compresi i 1.910 del disastro del Vajont del 1963, 14 dispersi, 1.941 feriti).
Biosensori innovativi messi a punto dall’ENEA
A caccia di micotossine nelle derrate alimentari
15.10 - I biosensori sono strumenti di misura che utilizzano molecole di natura biologica, come anticorpi o enzimi, che entrate in contatto con una determinata sostanza, per esempio una tossina, reagiscono e subiscono delle modificazioni successivamente “tradotte” in un impulso o segnale elettrico quantificabile. Si tratta di dispositivi di elevata sensibilità, alta selettività, bassi costi, che offrono la possibilità di essere rigenerati e che hanno molteplici potenzialità di applicazione. Tra l’altro i biosensori possono essere impiegati nel settore agroalimentare per determinare la presenza negli alimenti di micotossine, sostanze naturali prodotte da alcune muffe, pericolose per la salute umana. Al Centro Ricerche ENEA Casaccia è stato sviluppato un biosensore per l’identificazione di una pericolosa micotossina, l’Aflatossina B1, basato sulla tecnologia QCM, Quartz Crystal Microbalance (sensori gravimetrici a cristalli di quarzo). Il biosensore utilizza simultaneamente aptameri (acidi nucleici artificiali aventi la proprietà di legarsi ad una molecola o ad una proteina)e immunoglobuline (anticorpi, proteine con una peculiare struttura quaternaria che le conferisce una forma a “Y”). 
La carta straccia torna a vivere nell’edilizia 
come “polpa” isolante
15.10 - La cellulosa, l'ingrediente principale della carta, è un isolante molto efficiente e da tempo viene osservato con attenzione come un'alternativa valida e rispettosa dell'ambiente rispetto agli isolanti tradizionali usati nel settore dell'edilizia. Tuttavia, finora non c'era sul mercato un modo semplice per i costruttori di usare la cellulosa. Adesso ci sono novità. Il progetto InsulaTFH (“Enhanced insulation in timber-frame housing using recycled materials”), finanziato dall'UE, si propone di sviluppare un processo a basso costo per la produzione di massa di pannelli di misura standard coibentati usando fibre di cellulosa ottenute dalla carta straccia. Guidati dalla Cygnum Timber Frame Limited (Irlanda), i ricercatori del progetto hanno preso della carta straccia raccolta localmente e l'hanno trasformata in una polpa isolante. Hanno quindi usato questa polpa assieme a materiali ritardanti di fiamma per riempire dei pannelli di legno. Questi ultimi sono stati poi sigillati ermeticamente e finiti per la consegna ai cantieri. 
NOTOX, verso un futuro senza test tossici sugli animali
15.10 - I test per sostanze potenzialmente tossiche senza bisogno di usare gli animali sono un obiettivo sempre più condiviso anche nel settore industriale. Il vento dell’innovazione infatti spinge sicuramente in questa direzione. Un bando completo dell'UE per la commercializzazione di cosmetici e prodotti per l'igiene testati sugli animali è entrato in vigore a marzo ma vede nel contempo la presenza sempre più frequente anche di modelli computerizzati come possibili alternative ai test sugli animali. Per capitalizzare il recente progresso scientifico acquisito in questo settore, nel 2011 è stato lanciato il progetto quinquennale NOTOX, finanziato dall'UE, per assicurare che l'Europa rimanesse all'avanguardia nel campo dei test tossicologici e del benessere degli animali. Il progetto intende sviluppare e convalidare nuovi modelli computerizzati in grado di prevedere possibili effetti tossici a lungo termine sul corpo umano. La conseguenza più importante di questo sarà che, nel prossimo futuro, non sarà più necessario l'uso di organismi viventi per testare la sicurezza di certe sostanze. 
Nel “DNA-spazzatura” la causa di tumori e malattie genetiche
15.10 - A differenza della regione che codifica proteine, dove si trovano 23.000 geni, la regione detta non-coding e che costituisce il 98% del genoma umano, non è ancora ben compresa. Tanto che in passato è stata considerata un’area con “DNA-spazzatura”. A partire da studi recenti che hanno evidenziato la funzione di questa regione nella regolazione delle proteine, uno studio pubblicato su Science e che conta tra i primi firmatari Vincenza Colonna dell’Istituto di genetica e biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, ha identificato le regioni del genoma che “non codificano” per proteine rilevanti dal punto di vista funzionale, scoprendone il ruolo potenziale che svolgono nello sviluppo di vari tipi di tumore. Le regioni del DNA che codificano proteine e contengono geni importanti per la sopravvivenza e la salute umana subiscono una selezione negativa, ossia: la loro variabilità genetica è ridotta affinché la funzione di tali geni si conservi inalterata. 
Il Cnr prepara la rivoluzione delle “Smart Cities” italiane
15.10 - Città italiane più sostenibili e sicure, grazie ad un uso efficiente delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, una mobilità alternativa, più risparmio energetico e meno sprechi. È l’obiettivo che persegue il Dipartimento Ingegneria, Ict e tecnologie per l’energia e i trasporti del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr), con il Progetto “Energia da fonti rinnovabili e Ict per la sostenibilità energetica”. Un progetto che vede il coinvolgimento di diversi organismi nazionali e la formazione di nuove figure professionali. I tre comuni italiani vincitori della selezione prevista dall’accordo siglato recentemente dal Cnr e dall’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), si trasformeranno in smart cities, sperimentando metodologie e soluzioni da standardizzare a livello nazionale e da estendere nel maggior numero di realtà territoriali possibili. Le reti di illuminazione pubblica, per esempio, diventeranno le “autostrade” per erogare alcuni servizi altamente innovativi: dal collegamento Internet ad alta velocità con hot-spot wifi pubblici alla gestione automatizzata della sosta nei parcheggi, dal controllo del traffico al bilanciamento e alla razionalizzazione dei consumi di energia. 
Sei giorni di lavoro in una grotta. Prelevati 11 campioni biologici
Astronauti nelle profondità della Terra
15.10 - Di solito l'Agenzia spaziale europea (Esa) manda gli astronauti nello spazio, ma di recente sei di essi provenienti da tutto il mondo hanno trascorso nell’ambito del progetto CAVES, una settimana nel sottosuolo terrestre per un assaggio di come si lavora insieme in condizioni estreme. L'addestramento dell'Esa organizzato in una grotta in Sardegna è terminato con un rapporto in cui gli astronauti tra l’altro hanno osservato: «Questo è uno dei migliori, se non il migliore, addestramento “analogo” al volo nello spazio che abbiamo mai ricevuto». Astronauti veterani e nuove reclute hanno lavorato insieme per apprendere l'uno dall'altro come condurre esperimenti scientifici e sopravvivere in isolamento in un ambiente lontano dal normale ciclo giorno-notte che si ha sulla Terra – proprio come sulla Stazione Spaziale Internazionale. 

lunedì 14 ottobre 2013

All'Università di Cambridge
Nascita delle piastrine, scoperti nuovi regolatori

14.10 - Passi avanti nella comprensione dei meccanismi molecolari che accendono il funzionamento di cellule specializzate nella produzione di sangue. Sono i risultato di una ricerca finanziata dall'UE per la prevenzione di malattie che portano a infarti e ictus. Il lavoro è stato svolto dalla ricercatrice Marloes Tijssen (dipartimento di ematologia dell'Università di Cambridge), che ha ricevuto una borsa di ricerca Marie Curie intra-europea nel 2010 per il progetto MEGAGEN (“Comparison of gene regulatory programs of blood stem cells and megakaryocytes”). Il suo lavoro si è concentrato sui “megacariociti”, le cellule del midollo osseo che producono i “trombociti”, ossia le piastrine necessarie per la coagulazione del sangue. 
Nell’Unione Europea il dolore cronico costa il 3% del Pil
14.10 - Un trattamento efficace della sindrome da dolore cronico (Chronic pain syndrome, Cps) rappresenta una sfida sanitaria, sia per quanto riguarda la fornitura sia in termini di costi. Un cittadino europeo su cinque soffre di dolore cronico, solitamente definito come un dolore continuo e grave che dura per un periodo superiore a tre o sei mesi. In molti casi, la natura del dolore rimane sconosciuta. La Cps può anche rivelarsi ostinatamente indifferente a varie forme di terapia. Con il trattamento della Cps che costa ogni anno fino al 3 per cento del prodotto interno lordo (PIL) degli stati membri, la ricerca scientifica in questo campo potrebbe avere un impatto molto significativo. 

sabato 12 ottobre 2013

“Bimbi virtuali” per valutare malattie rare
12.10 - Nuova “offerta” genetica negli Usa mentre non si è ancora spenta l'eco per il brevetto concesso all'azienda 23andMe per un metodo che fornisce “bimbi su misura” incluso il colore dei capelli. La nuova “offerta” si basa su un'analisi del Dna e un algoritmo associato. Scopo: creare “bambini virtuali” per valutare il rischio di malattie rare. Il metodo è stato spiegato alla Consumer Genetics Conference di Boston. 
Molecola anti-Parkinson vs sclerosi multipla
12.10 - Un gruppo di scienziati del centro di ricerca statunitense Scripps ha scoperto che la benzatropina, molecola utilizzata contro il morbo di Parkinson potrebbe essere utile a combattere la sclerosi multipla. Nei topi riesce a ridurre significativamente la gravità della malattia, rigenerando la mielina, il rivestimento delle cellule nervose, che nella sclerosi multipla è danneggiato dal sistema immunitario.
Nei mammiferi c’è l'arma “segreta” contro i virus
12.10 - Un gruppo di ricercatori dell'università della California e del Politecnico Federale di Zurigo ha scoperto l'arma segreta che mammiferi, piante e invertebrati usano per neutralizzare gli attacchi dei virus. È stato scoperto che utilizzano un particolare meccanismo presente nell'Rna. In futuro queste nuove informazioni potranno essere usate per creare cure alternative contro le infezioni. La ricerca è stata pubblicata su Science.
Camminare 1 ora al giorno previene il cancro al seno
12.10 - Analizzando i dati di uno studio condotto dall' American Cancer Society su 73.615 donne in menopausa tra 50 e 74 anni tra il 1992 e il 1993, un gruppo di ricercatori sempre dell' American Cancer Society, ha constatato che camminare un'ora al giorno tutti i giorni della settimana riduce il rischio di cancro al seno del 14%. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. 

venerdì 11 ottobre 2013

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martedì 8 ottobre 2013

Fiumicino, improvvise eruzioni di gas

Nella foto, l'improvvisa eruzione di gas avvenuta nell’area
 del delta del Tevere vicino all’aeroporto di Fiumicino. 
Le emissioni hanno una temperatura di 20° e sono composte 
in prevalenza da anidride carbonica (foto uniroma1.it)
08.10 - Nell'area del delta del Tevere, in prossimità dell'aeroporto internazionale di Fiumicino, il 24 agosto scorso è avvenuta una improvvisa eruzione di gas. In queste settimane sono circolate le più diverse teorie: geyser, vulcani di fango fino ad un nuovo vulcano a Fiumicino. In realtà questo tipo di emissioni - fanno sapere gli esperti - sono caratterizzate da una temperatura prossima ai 20°C e composte prevalentemente di anidride carbonica,. Sono delle mofete e sono riconducibili, per la loro composizione, ai gas geotermici rilasciati nelle aree vulcaniche circostanti: i colli Albani e i monti Sabatini. La composizione ed il grande volume di gas emessi fa pensare ad una origine molto profonda (mantello?) e non ricollegabile, come si sarebbe potuto pensare a seguito della localizzazione in un'area alluvionale, all'emissione di biogas superficiali. Questo tipo di emissioni possono avvenire, in aree anche distanti dagli edifici vulcanici, grazie alla presenza di sistemi profondi di faglie e fratture che permettono ai gas di risalire fino alla superficie, e la rimozione dei terreni superficiali, a seguito di scavi o perforazioni, ne può favorire la fuoriuscita improvvisa. 
Lo studio condotto da due ricercatori Ingv
Gli accelerometri dei telefonini aiuteranno
a monitorare i terremoti

08.10 - Gli accelerometri MEMS (Micro Electro-Mechanical Systems) negli anni ‘90 del secolo scorso hanno rivoluzionato l'industria automobilistica nel settore dell'airbag. Oggi sono ampiamente utilizzati in computer portatili, periferiche di gioco e telefoni cellulari. Sotto la spinta dei grandi successi commerciali, la ricerca e lo sviluppo dei sensori basati su tecnologia MEMS prosegue attivamente e velocemente in tutto il mondo. Grazie al loro costo contenuto (pochi euro) e alle dimensioni ridotte (pochi millimetri), gli accelerometri MEMS potrebbero essere impiegati per il monitoraggio di eventi sismici. Lo dimostra una pubblicazione di due ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), Antonino D’Alessandro e Giuseppe D’Anna. Lo stesso accelerometro utilizzato nell’iPhone prodotto dalla Apple, può essere impiegato per monitorare i terremoti. I test eseguiti dai due ricercatori hanno mostrato come l’accelerometro MEMS modello LIS331DLH, prodotto dalla STMicroelectronics sia in grado di registrare fedelmente terremoti di moderata-forte magnitudo.
L’Ipcc conferma il riscaldamento globale della Terra
08.10 - Presentato a Stoccolma il Sommario per i policymakers del Working Group 1 (Le basi scientifiche del cambiamento climatico) del V Assessment Report (AR5) dell’Intergovernmental Panel for Climate Change (Ipcc). Tra gli autori e curatori di questo rapporto sul cambiamento climatico solo quattro ricercatori italiani, tra cui Maria Cristina Facchini, Sandro Fuzzi e Susanna Corti dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Isac-Cnr) di Bologna. All’AR5 hanno contribuito nel complesso oltre 200 autori principali, 600 autori contributori e 50 curatori, oltre a 1.500 revisori di tutto il mondo, il solo WG1 di circa 2.200 pagine. «Il nuovo rapporto conferma le tendenze sui cambiamenti climatici in atto», spiega Maria Cristina Facchini, uno dei lead author del volume.
Aggiunge: «In particolare l’aumento della temperatura dell’atmosfera e degli oceani, l’incremento del livello del mare e la diminuzione dell’estensione e del volume del ghiaccio terrestre riscontrati sin dal 1950. Molti di questi fenomeni non hanno precedenti su una scala temporale che va dalle decine di anni ai millenni. Per quanto riguarda le temperature atmosferiche, ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti e il primo decennio del 21° secolo è stato il più caldo dal 1850. Dall’inizio del 20° secolo la temperatura media del pianeta è cresciuta di 0.89 °C, mentre il livello del mare è cresciuto in media di 19 cm. Inoltre, i ghiacciai dell’intero pianeta stanno perdendo massa e la copertura di ghiaccio dell’Artide sta diminuendo».

Elemento chiave del rapporto è l’anidride carbonica (CO2 ) la cui concentrazione nell’atmosfera è cresciuta di più del 20% rispetto al 1958 e di circa il 40% dal 1750. Le proiezioni, basate su modelli matematici, indicano secondo l’Ippc un’ulteriore crescita della temperatura. Le emissioni di gas serra stanno causando cambiamenti climatici in tutte le aree del pianeta, anche se non in misura uniforme.

lunedì 7 ottobre 2013

Caseifici “smart”
Da acque di scarico elettricità e idrogeno

07.10 - Novità tecnologiche in arrivo nel settore trattamento acque di scarico e siero di latte dei caseifici. Diventeranno “smart”. Sono attese significative riduzioni del consumo di acqua e di energia, facendo risparmiare milioni di euro all'industria alimentare. Il progetto REWAGEN (“Electrochemical water treatment system in the dairy industry with hydrogen recovery and electricity production”), finanziato dall'UE, sta attualmente sviluppando un impianto pilota in grado di eseguire nella realtà questo innovativo trattamento per adesso confinato in una realtà teorica.

«Il progetto mira a collegare il trattamento delle acque di scarico con la produzione di energia come mezzo efficiente per gestire gli scarichi dell'industria casearia, ovvero siero e acque di scarico», dice al Cordis il coordinatore del progetto, Alexander Karos del Fraunhofer IGB in Germania. Aggiunge: «Si otterrà questo risultato producendo elettricità mediante il recupero e la depurazione dell'idrogeno generato come sottoprodotto nei processi elettrochimici».
Progetto Ejolt a sostegno di organizzazioni e comunità che lottano per la giustizia ambientale
Conflitti sociali e cecità del consumatore
07.10 - Il crescente sviluppo dell'economia mondiale e la concorrenza globale per le risorse sta mettendo sempre più sotto pressione l'ambiente e le comunità più vulnerabili. Questa tendenza è destinata a continuare, aumentando la probabilità di conflitti per scarse risorse e protezione ambientale. Le organizzazioni di giustizia ambientale sono gruppi di società civile attivi in conflitti tra le comunità, gli stati e le aziende su questioni come l'estrazione delle risorse e lo smaltimento dei rifiuti. Hanno un ruolo vitale per sensibilizzare il pubblico sulla sicurezza ambientale come un diritto umano fondamentale. Spesso però questi gruppi e associazioni nazionali e internazionali non hanno abbastanza risorse economiche per essere completamente efficaci. Il progetto EJOLT (“Environmental Justice Organisations, Liabilities and Trade”), finanziato dall'UE, è stato lanciato nel 2011 per studiare i conflitti ambientali in tutto il mondo e sostenere le organizzazioni e le comunità che lottano per la giustizia ambientale. 
Dalla fotosintesi artificiale una soluzione per il riscaldamento globale
Produzione di energia pulita imitando le piante
07.10 - In uno studio appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Angewandte Chemie, Leonardo Guidoni, responsabile scientifico del progetto europeo (ERC) MultiscaleChemBio coordinato dall’università Sapienza di Roma, insieme agli assegnisti di ricerca Daniele Bovi e Daniele Narzi, hanno rivelato, attraverso simulazioni effettuate su supercalcolatori, alcuni dettagli molecolari alla base del meccanismo della fotosintesi clorofilliana che potrebbero rivelarsi utili alla produzione di energia verde. Lo studio, che ha connotazioni multidisciplinari tra Chimica, Fisica e Biologia, ha consentito ai ricercatori di individuare il possibile canale attraverso cui l’acqua giunge al centro di reazione. Una delle chiavi più efficaci per la soluzione al problema del riscaldamento globale è rappresentata dalla possibilità di ricavare combustibile a zero emissioni di CO2, come ad esempio l’idrogeno, direttamente dall’energia solare e dall’acqua. In quest’ambito riveste particolare importanza la cosiddetta “Fotosintesi Artificiale”, ossia il tentativo di riprodurre in laboratorio i processi di conversione energetica che avvengono nelle piante utilizzando materiali sintetici con l’obiettivo di arrivare a produrre energia pulita su larga scala a costi sostenibili. In questo caso, l’idrogeno prodotto attraverso l’utilizzo di vere e proprie foglie artificiali, potrebbe, in seguito, essere usato come reagente nelle celle a combustibile (fuel cells). 
I vecchi e velenosi schermi catodici Tv, trasformati in raffinate “super piastrelle”
07.10 - I televisori sono cambiati moltissimo negli ultimi anni, con l'introduzione degli schermi piatti LCD, degli schermi al plasma e dei monitor LED. Queste nuove tecnologie hanno praticamente eliminato il vecchio tubo a raggi catodici (CRT) che una volta era parte integrante della TV di famiglia. Quello che forse è meno noto è che il CRT contiene materiali pericolosi, come piombo e fosforo che devono essere smaltiti adeguatamente e con molta cautela.

Il progetto GLASS PLUS (“Sustainable ceramic tiles from cathode ray tube”), finanziato dall'UE e coordinato dal META in Italia aveva lo scopo di sviluppare un metodo per recuperare il vetro del CRT dagli impianti di riciclo e usarlo come materia prima per la produzione di mattonelle in ceramica di alta qualità. Contemporaneamente questo processo contribuisce a ridurre la quantità di rifiuti del CRT mandata nelle discariche. GLASS PLUS associa tecnologie e know-how all'avanguardia e incorpora tutte le fasi industriali, dal recupero e riciclo del CRT alla produzione delle piastrelle e, infine, la commercializzazione del prodotto finito. Le fasi essenziali del processo comprendono il pretrattamento del vetro CRT e la sua trasformazione in polveri atomizzate. 
Comunicare senza limiti in un micromondo di luce e metallo
07.10 - Strati di metallo di pochi nanometri di spessore in cui si muovono elettroni senza massa: questi materiali, difficili anche solo da immaginare, sono stati studiati da un team di ricerca internazionale costituito da fisici della Sapienza di Roma, del CNR e dell’Università Rutgers USA. Le loro applicazioni tecnologiche possono consentire ai segnali luminosi ed elettrici di superare le barriere della difrazione e dell’attrito. La scoperta attiene a uno dei campi di ricerca emergenti nell’ambito delle nanotecnologie, la plasmonica, che studia le interazioni tra la radiazione elettromagnetica e i metalli. 
Telethon, scoperta una nuova strategia molecolare
salva muscoli
07.10 - Condotto in collaborazione con il team francese di Helge Amthor dell’Università di Versailles Saint-Quentin-en-Yvelines, questo studio getta luce su un problema che da diversi anni attanaglia gli scienziati e le industrie farmaceutiche al lavoro per sviluppare farmaci in grado di promuovere la crescita muscolare basati sull’azione di un ormone chiamato miostatina. «Questa molecola è stata scoperta 16 anni fa facendo uno studio genetico e osservando il caso di alcune mucche che andavano incontro a un’importante ipertrofia muscolare apparentemente spontanea» spiega Marco Sandri. Aggiunge: «Studiando il loro Dna si è confermato che presentavano un difetto all’interno del gene codificante per la miostatina, un ormone che si è rivelato essere in grado di bloccare la crescita muscolare. Lo stesso fenomeno è stato successivamente riscontrato non solo in altri animali, come il cane e la pecora, ma anche nell’uomo. È facile quindi immaginare come la miostatina abbia immediatamente catalizzato l’interesse non solo degli scienziati, ma anche di diverse aziende, che ne hanno vista un’applicazione terapeutica immediata in svariati campi. Addirittura si è ipotizzato che questo ormone potesse essere utilizzato dagli atleti come forma di doping. Ma le cose non sono state così semplici come si immaginava».