A caccia di micotossine nelle derrate alimentari
15.10 - I biosensori sono strumenti di misura che
utilizzano molecole di natura biologica, come anticorpi o enzimi, che entrate in
contatto con una determinata sostanza, per esempio una tossina, reagiscono e
subiscono delle modificazioni successivamente “tradotte” in un impulso o segnale
elettrico quantificabile. Si tratta di dispositivi di elevata sensibilità, alta
selettività, bassi costi, che offrono la possibilità di essere rigenerati e che
hanno molteplici potenzialità di applicazione. Tra l’altro i biosensori possono
essere impiegati nel settore agroalimentare per determinare la presenza negli
alimenti di micotossine, sostanze naturali prodotte da alcune muffe, pericolose
per la salute umana. Al Centro Ricerche ENEA Casaccia è stato sviluppato un
biosensore per l’identificazione di una pericolosa micotossina, l’Aflatossina
B1, basato sulla tecnologia QCM, Quartz Crystal Microbalance (sensori
gravimetrici a cristalli di quarzo). Il biosensore utilizza simultaneamente
aptameri (acidi nucleici artificiali aventi la proprietà di legarsi ad una
molecola o ad una proteina)e immunoglobuline (anticorpi, proteine con una
peculiare struttura quaternaria che le conferisce una forma a “Y”).
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