mercoledì 23 ottobre 2013

L'UE sollecita “legami più stretti” tra scienza e industria
23.10 - Per rilanciare e sostenere l'innovazione e la competitività in Europa è fondamentale colmare il divario tra istituti di ricerca e aziende private. Ma come far avvicinare tra loro questi due mondi assai diversi tra loro? È stato questo l’argomento spinoso di un acceso dibattito al quinto summit europeo sull'innovazione, svoltosi a Bruxelles di recente. Molti scienziati trovano difficile rapportarsi con le aziende. Il perseguire obbiettivi diversi spesso allontana una delle parti, se non entrambe. Soprattutto in materia di ricerca di base. Commentando la diffidenza tra imprese e scienziati, il capo consulente scientifico UE, Anne Glover, ha detto al Cordis: «Dobbiamo ristabilire la fiducia tra tutte le parti interessate. Molti scienziati pensano che le imprese vogliono semplicemente sfruttarli commercialmente».

Dall’altra parte della barricata ecco che i leader industriali rinfacciano agli scienziati di non comprendono il mondo reale, di essere riluttanti a condividere i propri risultati, di non essere in grado di lavorare con le ridotte tempistiche aziendali. Glover sostiene che se questi atteggiamenti dovessero proseguire, l'Europa si lascerebbe sfuggire i benefici degli investimenti nella ricerca e le aziende europee diventerebbero meno competitive. La diffusa ed errata convinzione che l'economia europea sia dominata da grandi aziende multinazionali è uno dei tanti ostacoli verso il successo che le piccole e medie imprese (PMI), che costituiscono oltre il 99 % di tutte le aziende europee, devono affrontare. 

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