03.12 - Ne soffrono circa 200 milioni di persone
nelle zone più povere del mondo e i suoi effetti sono così gravi e diffusi che
la schistosomiasi è considerata seconda solo alla malaria tra le malattie
parassitarie. Una nuova speranza per la cura potrebbe essere data dall’oxamnichina.
Studi avanzati sul farmaco hanno infatti dimostrato che potrebbe rappresentare
l’alternativa al metodo chemioterapico con cui la patologia viene tuttora
trattata. A scoprirlo i ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e
neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr), in
collaborazione con un team internazionale. Nonostante fosse stata abbandonata
perché attiva solo contro una delle due specie del parassita, ossia lo
Schistosoma mansoni, l’oxamnichina aveva dato ottimi risultati anche in
precedenza e da questi si è ripartiti per una ricerca più approfondita.
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