lunedì 21 gennaio 2013

Il dolore dei crostacei: in futuro nuove regole
per allevatori e chef


21.01 - Anche i granchi e le aragoste provano dolore. Fino ad oggi i loro movimenti sono stati considerati come meccanici, riflessi, automatici. Invece sono in particolari circostanze, come quando finiscono nell’acqua bollente vivi, vere e proprie espressioni di autentica sofferenza. La conferma arriva dalla ricerca pubblicata sul Journal of Experimental Biology e condotta dai biologi Elwood e Barry Magee, della Queen's School of Biological Sciences (Irlanda). Gli esperimenti, quindi, forniscono la conferma definitiva di quanto precedentemente era stato osservato in gamberi e paguri dallo stesso gruppo di ricercatori. In questi ultimi esperimenti gli studiosi hanno osservato il comportamento di granchi comuni sottoposti ad una piccola scossa elettrica.
«L'esperimento - ha detto Elwood - è stato progettato in modo da poter distinguere chiaramente le reazioni dovute al dolore da quelle generate da un movimento riflesso chiamato nocicezione. Quest'ultima è una reazione generata dalle terminazioni nervose periferiche. Mentre la prima è una reazione consapevole, la seconda è una sorta di automatismo». Il risultato, affermano i ricercatori, non può non avere conseguenze sul modo in cui aziende alimentari e chef in futuro dovranno trattare granchi, gamberi e aragoste.
Al riguardo Elwood conclude: «Contrariamente a quanto avviene per i mammiferi - osserva - per i crostacei non viene adottata alcuna forma di protezione nella convinzione che non soffrano, ma la nostra ricerca dimostra che le cose stanno diversamente».

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