sabato 19 gennaio 2013

Parola d’ordine: controllare e ridurre
la complessità dei software

19.01 - “Gli stupidi ignorano la complessità, mentre i pragmatici la temono. Alcuni la evitano, i geni la eliminano”. Queste sono le parole di Alan Perlis, scienziato pioniere dell'informatica. Sicuramente storcerebbe il naso, sgomento, di fronte alla complessità dei moderni sistemi di software. Inoltre, l'aumento del rischio di malfunzionamenti dovuto alla maggiore complessità dei software non rappresenta l'unico problema, in quanto quest'ultimo aspetto determina anche un aumento dei costi: il collaudo dei software finalizzato alla ricerca di bug rappresenta attualmente circa la metà dei costi di pre-rilascio e il 70 % dei costi di post-rilascio.

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