lunedì 17 dicembre 2012

Anche la biomassa ha bisogno
di un certificato di qualità “green”

17.12 - Da un progetto Cnr-Ivalsa nasce un metodo innovativo per controllare la tracciabilità della biomassa e migliorarne la qualità. Dallo studio, pubblicato su Wood Science and Technology, emerge che il 16% dei materiali a base di legno è contaminato da cadmio, cloro, cromo, rame, mercurio e piombo oltre i livelli di soglia. Nell’opinione comune siamo abituati ad associare la parola biomassa a qualcosa di ecologico ma non è detto che sia sempre così. Cosa sappiamo infatti dell’origine di questo prodotto?
Per rispondere a queste e ad altre domande è nato “BiQueen-Biomasse di qualità”, studio condotto dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio nazionale delle ricerche (Ivalsa-Cnr) di San Michele all’Adige, in collaborazione con l’Università di Trento, l’Istituto dei materiali per l’elettronica e il magnetismo del Cnr, la Fondazione Bruno Kessler, il Distretto tecnologico trentino (Habitech) e l’Università di Poznan. I risultati della ricerca, durata due anni, sono stati pubblicati sulla rivista “Wood Science and Technology” e presentati recentemente nel corso di un convegno sul tema a Trento. Il monitoraggio della biomassa dei prodotti a base di legno e delle ceneri derivanti dalle combustioni sperimentali è stato eseguito tramite spettroscopia nel medio infrarosso (Ft-Ir) e tramite fluorescenza a raggi X (Ed-Xfr).

Nessun commento:

Posta un commento