lunedì 11 marzo 2013

Il "Popolo sovrano" minus habens

11.03 - Le due parole magiche che vanno per la maggiore da qualche anno a questa parte sono: popolo sovrano. Si sentono e si leggono ovunque e dappertutto. Alla radio e alla tv. Nei giornali di provincia e in quelli nazionali di grande tiratura. Sono in bocca in particolare a politici e giornalisti.
Eppure mai come in questi anni  "popolo sovrano" suona come una beffa, una presa per i fondelli. Il popolo sovrano, ossia tutti noi, non sceglie niente. Vota come un minus habens su un piatto immangiabile preparato da pochi segretari di partito, da una ristretta oligarchia di persone che decide su tutta la nostra vita: dall'economia al lavoro, dal tempo libero alla salute alla scuola.
E' il mondo in cui siamo precipitati grazie all'attuale legge elettorale giudicata una porcata dal suo stesso inventore, il leghista Roberto Calderoli e poi bollata come porcellum dal politologo Giovanni Sartori.
La legge fu voluta da Silvio Berlusconi, che il 4 ottobre 2005 minacciò la crisi di governo nel caso in cui non fosse stata approvata la riforma elettorale proporzionale. La riforma fu approvata dapprima il 13 ottobre 2005 alla Camera e in via definitiva il 14 dicembre 2005 al Senato.

Gruppi parlamentari e partiti favorevoli alla Camera furono: Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione dei democratici cristiani e dei democratici di centro, Lega Nord Federazione Padania, Fiamma Tricolore e gruppi misti Ecologisti Democratici, Liberal-Democratici-Repubblicani-Nuovo PSI.
Gruppi parlamentari che non parteciparono al voto per protesta alla Camera: Democratici di sinistra-L'Ulivo, Margherita-DL-L'Ulivo, Rifondazione Comunista e i gruppi misti Popolari, Comunisti Italiani, SDI-Unità Socialista, Verdi-L'Unione. Astensione del gruppo misto Minoranze linguistiche.

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