lunedì 10 dicembre 2012

Di fronte alle coste di Elaiussa Sebaste (Turchia) il team di archeologi della Sapienza
porta alla luce nuovi reperti
Dal Mediterraneo orientale spuntano relitti
di imbarcazioni romane

10.12 - Durante l’ultima campagna di scavo in Turchia il team della missione archeologica della Sapienza, diretta da Eugenia Equini Schneider, ha svolto sui fondali del Mediterraneo orientale una campagna di ricerche subacquee che hanno consentito importanti e interessanti ritrovamenti. Di fronte al promontorio di Elaiussa, nella provincia turca di Mersin, sono state localizzati giacimenti sommersi da collegare a due relitti di navi, l’una di età imperiale romana e l’altra risalente al VI-VII secolo e.v.., con carichi di anfore e marmi. Le ricerche, condotte per 2 settimane da un’equipe di 5 sub (2 archeologi e 3 tecnici), hanno consentito di localizzare e documentare numerosi reperti.
In particolare le indagini condotte nello specchio d’acqua antistante il promontorio hanno portato all’identificazione di una vasta zona (200 X 25/38 m. ca., distanza minima dalla costa compresa tra i 28 m. e gli 85 m., fondale roccio-sabbioso; profondità 6/7,6 m.) ricca di manufatti in terracotta, litici, lignei e metallici. La quantità e la varietà dei materiali sembra attestare la presenza di due relitti, di cui è conservata parte del fasciame; il primo, più antico (II sec. e.v.), con carico prevalentemente di anfore iberiche e marmi, era pertinente a una nave in arrivo nel porto. Il secondo carico, di età bizantina, con materiali locali e di provenienza mista (dall’Egeo, dalla Palestina e dall’Africa) doveva appartenere a una imbarcazione che seguiva rotte di cabotaggio, con scali in diversi porti del Mediterraneo.

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