venerdì 30 agosto 2013

I quattro nuovi senatori a vita Abbado, Piano, Cattaneo 
e Rubbia e il loro rapporto con Berlusconi

30.08 - Ecco che cosa pensano di Silvio Berlusconi i quattro nuovi senatori a vita, personaggi di assoluto rilievo internazionale, nella musica, nell'architettura, nella ricerca scientifica.
Claudio Abbado nel 2001, sul quotidiano francese Le Figarò, criticò gli italiani all'indomani della vittoria elettorale di Berlusconi: ''Se volessi essere gentile, direi che gli italiani sono dei "creduloni". Ma si possono trovare almeno altre due parole, meno benevoli, che incominciano e finiscono con le stesse lettere''. Due anni dopo, nel 2003, a Tokyo, il grande direttore d'orchestra accusò Berlusconi di essere un monopolista: "È compatibile che nella parte più antica e nel cuore culturale del continente europeo ci sia un uomo che controlla l'80 per cento dei mezzi di informazione e che per di più quest'uomo sia il primo ministro"?
Renzo Piano, architetto di fama mondiale, in una intervista pubblicata sul Time Magazine nel 2011 disse: "Berlusconi è un esempio terribile per il nostro Paese. L'Italia non è una nazione egoista ma lui ha dato ossigeno alle parti peggiori della società. Non c'entra la destra o la sinistra, è una questione morale. Qualcosa che va oltre le sue donne, la corruzione e l'egoismo".
Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica, ha più volte criticato il leader del Pdl. Nel 2008, una volta insediato il governo Berlusconi, criticò l'assenza di un ministero per la Ricerca. E a chi gli chiedeva un'opinione sul nuovo esecutivo diceva: "Lo vedremo in atto". Nel 2005 - all'epoca era presidente dell'Enea (l'ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente) - scrisse una lettera aperta su Repubblica in cui bacchettava il governo Berlusconi "per l'umiliazione che la ricerca in Italia sta subendo".

Elena Cattaneo, neuro-scienziata, genetista, ha combattuto una grande battaglia contro il governo Berlusconi per l‘esclusione delle cellule staminali embrionali dai bandi di ricerca pubblica in Italia. Su Nature aveva scritto: "Un abuso di potere” . Assieme ad altre due scienziate nel luglio del 2009 aveva fatto ricorso al Tar del Lazio (poi bocciato) contro la decisione del governo di escludere dal finanziamento pubblico la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane. ”Riteniamo – avevano sottolineato le tre scienziate che l’esclusione di questo tipo di cellule, legalmente utilizzabili e scientificamente importanti, costituisca un abuso di potere e che, pertanto, la nostra azione assuma una valenza sia sul piano politico che culturale di particolare rilievo nella situazione attuale del nostro Paese".

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