mercoledì 6 novembre 2013

Roma. Ricerche all’università Sapienza e all’Istituto per i processi chimico-fisici del CNR
Batteri come facchini per laboratori di analisi miniaturizzati

06.11 - Uno studio Sapienza-Cnr, pubblicato su Nature Communications, dimostra come batteri autopropellenti possano essere “addestrati” al trasporto di carichi microscopici all’interno di Lab on chip. La scoperta potrebbe rivoluzionare le tecniche diagnostiche esistenti. Batteri che trasportano cellule all’interno di laboratori di analisi delle dimensioni di un chip posizionandole direttamente su microsensori che ne rilevano i valori : è questa una delle possibili applicazioni di un meccanismo innovativo messo a punto dai ricercatori dell’università Sapienza di Roma e del CNR-IPCF (Istituto per i processi chimico-fisici), coordinati da Roberto Di Leonardo.
Lo studio appena pubblicato sulla rivista Nature Communications ha dimostrato che è possibile utilizzare batteri autopropellenti per trasportare carichi microscopici in siti di stoccaggio predefiniti o per ripulire aree specifiche da tutte le particelle presenti. Ma perché usare i batteri? In genere gli oggetti di dimensioni micrometriche vagano in modo disordinato distribuendosi uniformemente nello spazio circostante. La possibilità di trasportare queste particelle all’interno di sistemi miniaturizzati, quali i lab on chip, potrebbe rivoluzionare le tecniche diagnostiche e di analisi esistenti consentendo di svolgere processi chimici e biomedici su un chip in maniera rapida ed economica. 

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