"Attività inquinante voluta dall'azienda"
20.08 - Depositate dai giudici del tribunale del riesame le motivazioni in base alle quali il 7 agosto scorso è stato confermato il sequestro degli impianti a caldo dell'Ilva. Il provvedimento notificato è molto articolato ed è costituito da 120 pagine Il Riesame come noto non ha concesso la facoltà d'uso, che peraltro - viene sottolineato - non era stata richiesta neppure dai legali del Siderurgico. Inoltre, dispone che "non si continuino a perpetrare i reati contestati nel provvedimento cautelare e che si elimini la fonte delle emissioni inquinanti per mantenere l'attività produttiva dello stabilimento», solo dopo averla resa «compatibile con ambiente e salute.
Per i giudici il disastro prodotto dall'Ilva è stato "determinato nel corso degli anni, sino ad oggi, attraverso una costante reiterata attività inquinante posta in essere con coscienza e volontà, per la deliberata scelta della proprietà e dei gruppi dirigenti", si legge sul Corriere della Sera. "Hanno continuato a produrre massicciamente nella inosservanza delle norme di sicurezza dettate dalla legge e di quelle prescritte, nello specifico dai provvedimenti autorizzativi". In un'altra parte del loro provvedimento i giudici del Riesame, sullo stesso tema, scrivono: "Dalle varie parti dello stabilimento vengono generate emissioni diffuse e fuggitive non adeguatamente quantificate, in modo sostanzialmente incontrollato e in violazione dei precisi obblighi assunti dall'Ilva, nella stessa Aia e nei predetti atti d'intesa, volti a limitare e ridurre la fuoriuscita di polveri e inquinanti".
Più avanti nel testo si legge: "Il disastro ambientale doloso prodotto dall'Ilva è ancora in atto e potrà essere rimosso solo con imponenti e onerose misure d'intervento, la cui adozione, non più procrastinabile, porterà all'eliminazione del danno in atto e delle ulteriori conseguenze dannose del reato in tempi molto lunghi".
Nessun commento:
Posta un commento