sabato 20 aprile 2013

Eutanasia del PD

20.04 - Roma, Venerdì 19 aprile ore 8, teatro Capranica: all'interno ci sono tutti i grandi elettori del Pd che acclamano Prodi come candidato per il Quirinale. Dieci ore dopo, uno su quattro dei grandi elettori lo tradirà e voterà contro. In serata sono arrivate nell'ordine le dimissioni del presidente del partito Rosy Bindi e del segretario Pier Luigi Bersani. La corrente berlusconiana all'interno del PD che ovviamente non si è mai palesata e non lo farà mai e che fa capo a D' Alema e al sindaco di Firenze, Matteo Renzi ha dettato sottobanco le regole di un gioco imbroglione. Adesso il PD è un gruppo di zattere: una guidata da D'Alema e Renzi i quali sanno dove andare e quali obiettivi raggiungere, che però restano saldamente arpionati allo zatterone ancora per poco guidato da Bersani su cui si trovano gli ex democristiani di Fioroni e quelli di Sel, di Niki Vendola.
Come porre termine a questa situazione? Solamente con un nuovo congresso da tenersi il giorno dopo l'elezione del Presidente della Repubblica. Congresso che dovrà sia rifondare il partito su basi completamente nuove sia rompere definitivamente con il passato che va consegnato agli storici (quelli veri, non di area). Ciò significa: a) cancellare tutti i membri del'attuale classe dirigente (si fa mer dire); b) abbandonare al proprio destino gli ex democristiani; c) staccare la spina allo sparuto gruppo che fa capo a Sel di Vendola che nel contesto nazionale non raggiunge il 3%; d) far emergere la corrente Berlusconiana invitando Renzi e D'Alema a farsi un partito personale sull'esempio del loro main sponsor Silvio Berlusconi; e) tagliare il cordone ombelicale con la Cgil. E da lì ripartire con un programma politico ed economico chiaro, fatto di dieci punti da una riga ciascuno, e realizzabile nel giro di 5 anni. A quel punto il nuovo PD potrà chiedere il voto agli italiani.

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