lunedì 17 settembre 2012

Il buco nell'ozono rimpicciolisce al Polo Sud ma non a Nord:
forse riparato in 50 anni


18.09 - Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, in un messaggio alla comunità internazionale in occasione dell'International Day for the Preservation of the Ozone Layer ha detto che grazie agli sforzi collettivi per proteggere l'atmosfera il buco nell'ozono sta meglio che in passato e potrebbe essere "riparato" nei prossimi 50 anni.
Anche se è ancora troppo presto per cantare vittoria, i progressi conseguiti devono essere consolidati e le nazioni del mondo devono darsi da fare per rispettare le intese per l'eliminazione graduale del 98 per cento dei gas che provocano l'annientamento dell'ozono, ha detto Ban.
La giornata dedicata al buco nell'ozono coincide con il 16 settembre di 25 anni fa quando fu firmato il Protocollo di Montreal con il quale vennero messi al bando i clorofluocarboni (Cfc), ossia i gas principali imputati per la distruzione dello strato di ozono sopra i Poli. Quel trattato finora è stato ratificato da 196 nazioni, cinque in più del Protocollo di Kyoto: ''Uno straordinario modello di cooperazione internazionale'', ha sottolineato Ban che ha chiesto ai governi e ai loro partner di ''applicare lo stesso spirito alle altre sfide ambientali del nostro tempo. Assieme possiamo ottenere il futuro che vogliamo''.
Lo strato di ozono è fondamentale per la presenza della vita sulla terra perché assorbe le radiazioni ultraviolette emesse dal Sole, in particolare quelle di lunghezze d'onda più nocive. Se queste arrivassero al suolo, danneggerebbero il Dna delle cellule. ''Milioni di casi di cancro alla pelle e di cataratta, oltre agli effetti nocivi dei raggi ultravioletti sull'ambiente, sono stai evitati'', ha osservato il capo dell'Onu, secondo cui il Protocollo di Montreal ha fatto da catalizzatore di considerevoli progressi nell'industria chimica e manifatturiera che hanno portato a sistemi di refrigerazione più efficienti dal punto di vista energetico e più amici dell'ambiente. Per il buco nell'ozono le cose vanno meglio soprattutto sull'Antartide: rispetto alle dimensioni massime raggiunte il 24 settembre 2006 (29,6 milioni di km quadri), il buco si e' ridotto a 22,6 milioni il 25 settembre dello scorso anno. Meno bene al Polo Nord. Sull'Artico a inizio 2011 c'è stata un'inaspettata perdita di ozono con un calo del 40% tra l'inizio dello scorso inverno e la fine di marzo a conferma che, nonostante la messa al bando dei Cfc risalga a oltre vent'anni fa, la lunga vita di questi gas condiziona ancora a lungo lo strato di ozono attorno al pianeta. (ANSA).

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