lunedì 24 giugno 2013

Quando la regione mineraria della Saar batteva moneta

24.06 - Siamo nel 1919 all'indomani della fine della prima guerra mondiale. I vincitori presentano il conto alla Germania e tra i tanti territori che Berlino deve cedere c'è anche il ricco (a quel tempo) bacino minerario della Saar. Una zona strategica tra Francia e Germania che deriva il suo nome dall’omonimo fiume Saar affluente di destra della Mosella, lungo 246 km., con un bacino di 7.346 kmq con sorgenti in territorio francese (M. Donon, m. 1.006), nei Vosgi settentrionali, al confine tra Alsazia e Lorena. Gli abitanti della Saar nel 1919 erano 589.773.
Nel marzo del 1919 la Francia rivendica l'annessione della parte meridionale della Saar, considerato territorio francese dal tempo di Luigi IV al 1815. Vuole l'instaurazione di un regime politico speciale per la parte settentrionale e la totale proprietà delle miniere. La regione mineraria della Saar però non aveva mai costituito una unità amministrativa separata dalla Germania. Apparteneva per la maggior parte alla Prussia renana e nella parte orientale al palatinato bavarese. La delegazione diplomatica francese però non riuscì a farsi riconoscere le pretese dagli altri Stati vincitori. In particolare si opponeva fortemente il presidente americano Wilson che si rifiutava di trattare sulla base di argomenti storici. Alla fine si raggiunse un accordo.

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