“Occorre smaltirla come un rifiuto pericoloso”
16.02 - Il pianeta corre il rischio di essere soffocato dalla plastica. Secondo le stime più accreditate entro il 2050 ci saranno altre 33 miliardi di tonnellate di plastica. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell'Università della California (Usa) e pubblicato su Nature. Il rischio, avvertono i ricercatori, può essere ridotto solo smaltendo la plastica come rifiuto pericoloso. La dispersione di materie plastiche nell'ambiente è in grado di provocare enormi danni e di infiltrare sostanze chimiche tossiche all'interno delle catene alimentari, arrivando così all'uomo.
Eppure in buona parte del mondo, Europa compresa, la plastica è considerata legalmente un rifiuto come gli scarti alimentari. Nel 2012 sono state prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e di queste, solo meno della metà sono state riciclate o comunque trasportate in discarica.
«Crediamo che se i Paesi classificassero le plastiche come pericolose, le agenzie per l'ambiente avrebbero maggiore capacità per ripristinare le aree compromesse dall'inquinamento di materie plastiche ed evitarne l'accumulo», ha spiegato Chelsea Rochman, una delle autrici dell'articolo. Politiche più restrittive nell'uso della plastica porterebbero, secondo i ricercatori, ad incentivare la ricerca tecnologica per materiali più evoluti ed ecologici. In questo modo sarebbe possibile ridurre la produzione prevista, portandola da 33 a 4 miliardi di tonnellate.
Eppure in buona parte del mondo, Europa compresa, la plastica è considerata legalmente un rifiuto come gli scarti alimentari. Nel 2012 sono state prodotte 280 milioni di tonnellate di plastica e di queste, solo meno della metà sono state riciclate o comunque trasportate in discarica.
«Crediamo che se i Paesi classificassero le plastiche come pericolose, le agenzie per l'ambiente avrebbero maggiore capacità per ripristinare le aree compromesse dall'inquinamento di materie plastiche ed evitarne l'accumulo», ha spiegato Chelsea Rochman, una delle autrici dell'articolo. Politiche più restrittive nell'uso della plastica porterebbero, secondo i ricercatori, ad incentivare la ricerca tecnologica per materiali più evoluti ed ecologici. In questo modo sarebbe possibile ridurre la produzione prevista, portandola da 33 a 4 miliardi di tonnellate.
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