sabato 16 febbraio 2013

Un chip a DNA per disturbo iperattività e deficit di attenzione

16.02 - Il vostro bambino o bambina non riesce a stare seduto, vi fa impazzire tamburellando o muovendo le gambe continuamente, non riesce a fare una cosa per volta, non smette mai di parlare e non riesce a stare seduto a tavola a cena? A scuola gli insegnanti vi dicono cose come “non ascolta, non sta attento, perde tutto, non riesce a fare i compiti e fa un sacco di errori”. Potrebbe trattarsi di un caso di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Attention Deficit Hyperactivity Disorder o ADHD). L'ADHD è il più comune disturbo neuropsichiatrico infantile. È un problema potenzialmente grave. Uno studio europeo del 2010 ha riscontrato che i bambini affetti da ADHD hanno statisticamente più probabilità di incontrare altre difficoltà riguardanti la qualità della loro vita rispetto ai bambini non affetti da ADHD. Eppure, nonostante i segni premonitori, i genitori impiegano una media di 26,8 mesi per ottenere una diagnosi per i loro bambini. Una ragione sta nel fatto che attualmente non esiste uno strumento per confermare la diagnosi di ADHD. Ora però, la ricercatrice spagnola Araitz Molano dell'università UPV/EHU di Bilbao , ha ideato uno strumento innovativo che lei ritiene potrebbe migliorare la diagnostica di questo disturbo e aprire la strada a nuove cure terapeutiche.

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