14.09 - I microrganismi ospitati dal nostro
organismo potrebbero avere conseguenze significative per la comparsa
dell'obesità. Questa scoperta potrebbe cambiare il modo in cui la medicina
tratta questa malattia, che si prevede colpirà oltre 700 milioni di adulti nel
mondo entro il 2015. Ma ciò che più conta, potrebbe fornire ai medici un
semplice test per individuare le persone maggiormente a rischio. La scoperta è
frutto del lavoro dei ricercatori del progetto METAHIT (“Metagenomics of the
Human Intestinal Tract”). Hanno riscontrato che i soggetti con una scarsa
quantità di batteri intestinali presentavano il più alto rischio di sviluppare
malattie legate all'obesità come il diabete di tipo II e l'aterosclerosi. Anche
se le cause dell'obesità sono in parte dovute a fattori esterni, come uno stile
di vita sedentario e la facilità di accesso a cibi altamente energetici, è anche
ampiamente riconosciuto il ruolo svolto dai fattori genetici.
Tuttavia, sembra che la genetica giustifichi solo in minima parte l'aumento dell'obesità. Questo è il motivo per cui gli scienziati si sono chiesti se anche le variazioni nel microbioma, ovvero il genoma globale di tutti i microrganismi che ospitiamo nel nostro corpo, potessero avere effetti sulla comparsa dell'obesità oltre alle variazioni nel genoma umano.
Tuttavia, sembra che la genetica giustifichi solo in minima parte l'aumento dell'obesità. Questo è il motivo per cui gli scienziati si sono chiesti se anche le variazioni nel microbioma, ovvero il genoma globale di tutti i microrganismi che ospitiamo nel nostro corpo, potessero avere effetti sulla comparsa dell'obesità oltre alle variazioni nel genoma umano.
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