martedì 3 settembre 2013

Omicidio o morte naturale?
Dall’università Sapienza di Roma messo a punto un test a servizio della medicina legale 
per la diagnosi delle morti da asfissia

04.09 - Le cronache sono ricche di casi in cui i patologi forensi sono spesso chiamati a rispondere sulle possibili cause di morte in assenza di segni evidenti sul cadavere che possano ricondurre al motivo specifico del decesso. Uno studio condotto all’università Sapienza di Roma, pubblicato sulla prestigiosa rivista International Journal of Legal Medicine, propone al riguardo l’impiego di un nuovo marcatore, rilevabile nel tessuto polmonare mediante tecniche “immunoistochimiche”, in grado di contribuire alla diagnosi differenziale di morte per asfissia meccanica acuta, ovvero nei casi di impiccamento, strangolamento, soffocamento, annegamento, intasamento. Questo nuovo marcatore potrebbe diventare un elemento di prova e contribuire in modo dirimente in quelle diagnosi di asfissia dove è importante escludere, per esempio, il sospetto di infanticidio dalla morte improvvisa del neonato, o di omicidio volontario nella morte per cause naturali dell’anziano, nel caso - ad esempio - in cui siano coinvolti interessi economici e testamentari. 

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