lunedì 16 settembre 2013

Dagli atomi nuovi indizi sull’evoluzione dell'Universo
e i suoi difetti
16.09 - Il ghiaccio che si fonde sotto i raggi del sole o le pozzanghere che congelano nelle sere più fredde sono solo due esempi di transizioni di fase tra acqua e ghiaccio al variare della temperatura che possiamo facilmente osservare. Analoghi fenomeni avvengono in varie forme e ambiti della natura, dalla cosmologia alla fisica atomica, dal magnetismo alla fisica dei cristalli liquidi. Il team di ricercatori del nuovo laboratorio del Centro Bec (BOSE-EINSTEIN CONDENSATION )– iniziativa congiunta tra Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) e Dipartimento di fisica dell'Università di Trento – ha osservato i “difetti” che si formano in una transizione di fase di un gas di atomi ultrafreddi, analoghi a quelli che potrebbero essersi formati nei primi istanti di vita dell’Universo. Lo studio dei ricercatori Gabriele Ferrari e Giacomo Lamporesi di Ino-Cnr e del professor Franco Dalfovo dell’Università è stato pubblicato su Nature Physics. Al riguardo Ferrari spiega: «Le prime transizioni di fase avvennero subito dopo il Big Bang. A seguito di questa esplosione primordiale l'Universo si sarebbe rapidamente espanso cambiando profondamente le condizioni di densità e temperatura e attraversando le temperature critiche che distinguono diversi stati della materia. La teoria introdotta nel 1976 dal fisico inglese Tom W. B. Kibble ipotizza che il passaggio rapido attraverso una transizione di fase desse luogo alla formazione di “difetti” la cui esistenza può giocare un ruolo importante sulla successiva evoluzione dell'Universo». 

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