e i suoi difetti
16.09 - Il ghiaccio che si fonde sotto i raggi
del sole o le pozzanghere che congelano nelle sere più fredde sono solo due
esempi di transizioni di fase tra acqua e ghiaccio al variare della temperatura
che possiamo facilmente osservare. Analoghi fenomeni avvengono in varie forme e
ambiti della natura, dalla cosmologia alla fisica atomica, dal magnetismo alla
fisica dei cristalli liquidi. Il team di ricercatori del nuovo laboratorio del
Centro Bec (BOSE-EINSTEIN CONDENSATION )– iniziativa congiunta tra Istituto
nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche (Ino-Cnr) e
Dipartimento di fisica dell'Università di Trento – ha osservato i “difetti” che
si formano in una transizione di fase di un gas di atomi ultrafreddi, analoghi a
quelli che potrebbero essersi formati nei primi istanti di vita dell’Universo.
Lo studio dei ricercatori Gabriele Ferrari e Giacomo Lamporesi di Ino-Cnr e del
professor Franco Dalfovo dell’Università è stato pubblicato su Nature Physics.
Al riguardo Ferrari spiega: «Le prime transizioni di fase avvennero subito dopo
il Big Bang. A seguito di questa esplosione primordiale l'Universo si sarebbe
rapidamente espanso cambiando profondamente le condizioni di densità e
temperatura e attraversando le temperature critiche che distinguono diversi
stati della materia. La teoria introdotta nel 1976 dal fisico inglese Tom W. B.
Kibble ipotizza che il passaggio rapido attraverso una transizione di fase desse
luogo alla formazione di “difetti” la cui esistenza può giocare un ruolo
importante sulla successiva evoluzione dell'Universo».
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